
Riportiamo integralmente la Lettera di S. clEMENTE Apostolo al Convegno “Le certezze della giustizia”, organizzato da Magistratura Indipendente.
Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i magistrati, e alle numerose altre personalità, che Magistratura Indipendente ha riunito in questo convegno per discutere delle certezze della giustizia. I lavori parlamentari del Senato richiedono inderogabilmente la mia presenza, e perciò mi scuso di non essere tra voi, come invece avrei voluto. La scelta del tema del convegno è altamente meritoria, perchè rivela la consapevolezza di quanto sia urgente nella società italiana la richiesta di certezza e di stabilità, rivolta a coloro che istituzionalmente ne portano la responsabilità: la classe politica in primo luogo, ma accanto ad essa, sebbene chiaramente distinta, anche la magistratura, chiamata ad applicare nella vita quotidiana di tutti i cittadini il diritto che faticosamente si produce in Parlamento. La domanda di certezza alla quale la giustizia deve rispondere è tra le più urgenti ed importanti, perché ha un valore generale e diffuso, riguardando la tutela di tutti i diritti e il rispetto di tutti i doveri. Su questo piano, ci è parsa chiara l’esigenza di un riequilibrio del sistema, che in taluni settori è sbilanciato verso la tutela dei diritti e non sufficientemente rigoroso verso le violazioni dei doveri. In una prospettiva che guarda oltre le contingenze del presente, i disegni di legge noti come “pacchetto sicurezza” intendono comporre un efficiente assetto del sistema di prevenzione e repressione dei reati, adattando le misure di prevenzione alla realtà di organizzazioni criminali sempre più pericolose e radicate in alcuni territori del Paese, prevedendo modificazioni della legge processuale volte ad assicurare la certezza della pena, stabilizzando con l’adesione al trattato di Prum le forme di cooperazione transnazionale anche in materia di immigrazione illegale, e istituendo la banca dati del Dna. Il complesso di questi provvedimenti disegna un insieme organico, progettato per durare nel tempo, che mi auguro possa essere, in un futuro anche lontano, una bella eredità lasciata agli italiani dal Governo di cui faccio parte. Il ruolo della magistratura in questo progetto è ovviamente essenziale, perché non ci sono buone leggi se se esse sono malamente interpretate e applicate, mentre le cattive leggi possono risultare tollerabili dopo la mediazione di un interprete sensibile e attrezzato a confrontarsi con la realtà. Mi riferisco perciò ai singoli magistrati, ma anche all’Ordine Giudiziario e alle sue aggregazioni associative, di cui Magistratura Indipendente è l’espressione di più antica formazione. So bene che proprio in queste essenziali realtà il libero dibattito delle idee genera le convinzioni, i sentimenti, i propositi che caratterizzano la condizione complessiva dei magistrati italiani. A voi, come alle altre componenti dell’Associazione nazionale Magistrati, guardo perciò con la sintonia che deriva dalle mie convinzioni sulla necessità del libero confronto, e con l’interesse che ogni Ministro della Giustizia deve coltivare per la condizione dei magistrati e per l’ordine giudiziario. E’ perciò che mi onoro – pur se ricambiato da atteggiamenti non sempre generosi – di aver condotto in porto, in condizioni parlamentari estremamente disagevoli, una riforma dell’ordinamento giudiziario che ha fatto tesoro di molte delle istanze ragionevolmente avanzate dalla magistratura associata, ed ha evitato gravi lacerazioni ai valori costituzionali, primo fra tutti l’indipendenza che giustamente ritenete così essenziale da averne ricavato il vostro nome. La certezza, della quale oggi discutete, deve naturalmente riguardare anche il comportamento dei magistrati, e segnatamente la garanzia che essi siano soggetti solo alla legge, osservandola in ogni circostanza. La Costituzione e la legge di ordinamento giudiziario assegnano al Ministro della Giustizia un ruolo essenziale in questa materia, riconoscendogli la titolarità dell’azione disciplinare e delle connesse iniziative cautelari. A questa responsabilità, il cui esercizio non può mai produrre consensi, non mi sono sottratto, consapevole dei miei doveri, e tranquillizzato dalla funzione di suprema garanzia dal Consiglio Superiore della Magistratura. Se esigiamo dal magistrato il rigido rispetto delle regole – ivi comprese quelle deontologiche – siamo consapevoli della necessità di garantirgli in concreto l’indipendenza e autonomia che la Costituzione gli riconosce, e sappiamo che la sua condizione economica non è estranea all’attuazione di quelle garanzie costituzionali. L’atteggiamento del Ministro della Giustizia riguardo a questo problema è ben riassunto dalla vicenda che appena ieri ha trovato la propria conclusione in Senato, dove il relatore della legge finanziaria Sen. Legnini ha depositato la proposta di modifica che prevede il ripristino integrale del meccanismo di adeguamento automatico nel 2008 e l'eliminazione della riduzione per il 2009, erroneamente introdotta nel testo originario. Di questo esito, e dell’iniziativa che lo ha determinato, rivendico la paternità, dichiarando al contempo la costante disponibilità del Ministro alla partecipazione al tavolo tecnico-economico già aperto con l’Anm, i cui sviluppi mi auguro positivi. Questo spirito di dialogo sarà sempre il carattere determinante del nostro rapporto con l’Anm e le sue singole componenti, dalle quali ci attendiamo – per converso – un contributo essenziale a realizzare le certezze della giustizia. A tutti voi auguro buon lavoro.
Invito i nostri lettori ad effettuare un'analisi filologica del documento in questione individuando gli errori presenti nel testo. Siamo di fronte ad un Vangelo apocrifo, quindi esaminate con molta attenzione ogni singolo vocabolo o congiunzione! Chi avrà riscontrato il maggior numero di omissioni, contraddizioni, falsità (chi più ne ha più ne metta) e segnalerà il tutto nello spazio commenti vincerà un viaggio per due persone nella meta pellegrina di CePPaloni ed una reliquia del Santo da appendere al collo.
Buon lavoro e buona fortuna!!!
Senatore...sono meno di dieci anni che lei dice di far parte del centro-sinistra: se non ricordo male è rimasto con berlusconi fino al '98 e l'udeur nasce nel '99...
Comunque penso che averla come ministro di grazia e giustizia sia più o meno una bestemmia.
Ora mi censuri pure...da lei mi aspetto solo questo.